Editoriali

LIBERTÈ, EGALITÈ, SANTÈ: SI PREPARA LA FESTA DELLA SANITÀ

Lo slogan dell’estate scorsa è stato “libertè, egalitè, santé, presa della Pastiglia”, la prise de la Pastille. E tutto accade dopo la caduta di questa roccaforte del casato dei Medici, impenitenti che della Pastiglia hanno fatto il loro credo gestendo il potere della cura, ponendo fine alla monarchia della medicina.

Lo hanno sancito dall’inizio dei tumulti i commissari dell’act professionnel de la santé. I commissari dei professionisti della salute nel nome della salute, la Santé: ovvero le Comité de la santé publique, il Comitato di salute pubblica, facendo letteralmente fuori i camici bianchi, les médicins en blouses blanches degradati a senza camici bianchi, sans blouses blanches e sans chemises blanches. In questo modo abbattendo i secolari steccati ideologici entre professionels de la santé, tra tutti i professionisti sanitari, relegando les pauvres médicins en blouses blanches, i poveri camici bianchi, al ruolo di decaduti, se non proprio amanuensi.

I moti di piazza sono stati sì violenti e la battaglia civile tanto cruenta da non risparmiare alcuno: innumerevoli gli assalti all’arma bianca lasciando sul campo molti medici, feriti o esanimi.

Le Comité de la santé publique ha iniziato allora i processi, sommari come vuole la prassi in queste situazioni, con accuse circostanziate di lesa egalité, allestendo una gigantesca ghigliottina mediatica.

Le médicin est fini, il medico è finito! la folla esagitata gridava davanti alla Rocca delle Pastiglia; tutti allora mostravano sul cappello la coccarda rosso crociata, distintivadellavrivoluzione in atto e le giubbe dei rivoltosi erano, come di conveniva, multicolori. I Citoyens professionels de la santé, i cittadini professionisti sanitari, cantavano all’unisono: santé sans le médecins, liberté, egalité, santé…

Parole piene, scandite, ritmate, vissute. Cantate con un ritmo di galoppo degno della migliore aritmia e che faceva impazzire tutti i cuori.

I Citoyens député du nouveau parlement, i cittadini parlamentari, sull’onda dei tumulti e delle grida scandite sotto il palazzo dalla folla vociante, tra agitazione e delirio, non potevano non esse sere se non parte attiva della rivoluzione sanitaria: la scelta era fatta e non poteva essere diversa. Si doveva procedere sulla strada del non solo gridato cambiamento. Una legge. Si una legge. Ci voleva proprio una legge che cambiasse le cose. Rivoluzionaria. Liberté, Egalité, Santé e pur anche Fraternité: a Rue di Montecitoriò. A maggior ragione i Citoyens du parlement, i deputati del popolo, favoriti dalla vicinanza della rocca della Pastiglia, la Pastille, e sospinti dal clangore e dal vociare onomatopeico e spasmodico della folla, multicolore e coccardata, avevano sposato visibilmente il pensiero che la medicina potesse finalmente essere senza i dottori. Senza i vecchi dottori. Vieux médicins.

La médecine sans le médecins… changé les médecins… era il grido ritmato della folla. La medicina senza medici… cambiare la medicina. I rosso coccardati che costituivano la folla fremente e urlante, assolutamente sans blouses blanches, gridavano estaticamente: changé les médecins… nous sommes les vrais médicins: e così fu.

E la folla ebbe il sopravvento riuscendo a portare dalla sua parte il Parlamento. Veniva così sancita la fine di una monarchia. La monarchia medica: troppo antica per durare. Al grido di rivoluzionare, rottamare: la nouvelle vague del cambiamento. Come nel miglior cinema francese. E l’agosto fu il mese delle grandi scelte. Lontano dalle attenzioni dei più. Agosto mio, legge mia non ti conosco….

È così ecco i nuovi dottori, les nouveaux médecins. Anche se consci di come non tutti possono fare tutto, per di più liberamente e indipendentemente, senza rendere conto a chicchessia. Ma il dovere prima di tutto. È il dovere era les nouveaux médicins.

Pian piano le Comité de la santé publique, pur in un così breve lasso di tempo, ha dovuto identificare nuove figure, ne ha individuato gli ambiti d’azione, ne ha valutato quelli di comando. E così che furono nominati i cittadini novelli medici, les nouveaux médecins. Quei nuovi medici a cui pur nell’egalité fu affidato, vive la differance, il comando delle truppe cittadine dei professionnel de la santé, dei professionisti della salute: ci voleva pur qualcuno legittimato a comandare quelle truppe nate al grido di Togliamo la Pastiglia ai medici… Retirez le Pastille aux Médicins. Retirez le Pastille aux Médicins. Ma non tutti uguali, mais pas tous égaux…

Il periodo iniziale fu funesto. Fin dall’inizio fioccarono le esecuzioni, numerose e sommarie, nell’intento di dissipare la spocchia medica, nel nome della Pastiglia conquistata. La pastiglia, la Pastille, data e presa. La presa della Pastiglia, il momento più alto della rivoluzione. La prise de la Pastille. La fine di un’epoca, senza una vera rinascita.

Come in tutti i momenti storici i tempi delle esecuzioni finirono prima di quanto si pensasse. Ben presto. Di vecchi e odiosi medici ne erano rimasti ben pochi; chi si era nascosto e chi, almeno molti sopravvissuti si erano camuffati da sans blouses blanches e si erano assoggettati a lavori di supporto ai nuovi medici, che peraltro crescevano e conquistavano dignità, posizioni e prerogative d’individualità e di comando. La rivoluzione rivoluziona i rivoluzionari…. Però.

Come ai tempi di Robespierre, colla sua parrucca incipriata a mo’ della decapitata nobiltà, essi, les nouveaux médecins, erano soliti indossare sempre più spesso le decadute, a parole e non nei fatti, blouses blanches. Nel contempo altri vecchi medici, non certo gran cuor di leoni, e il coraggio non è spesso prerogativa dei médicins, avevano abiurato calpestando la blouse blanche o la chemise blanche, ormai divenuta segno distintivo de l’ancien régime, dandosi alla macchia.

Tutto scorreva liscio all’inizio, fintanto che scorreva. Ma il cambiamento del cambiamento era naturalmente conseguente agli eventi. Così i primi tempi la liberté lasciò il posto a la nouvelle organisation, l’egalitè a le nouveaux act médiciens, scordandosi dell’atto sanitario, ormai sorpassato dai tempi, e dei principi della rivoluzione sanitaria. Tutto dimenticato. Oublié. E rinacque sotto altre vestigia il medico, nouveau mais vieux, nuovo ma vecchio, fotocopia del vecchio medico, photocopie de l’ancien médicale…

E, come in tutte le storie che si rispettano, di fronte a una rivoluzione cruenta o incruenta che sia, vi è una morale finale: ciò che sembra un cambiamento radicale è, in fin dei conti, solo un cambiamento formale, sebbene sostanziale. Solo per pochi, un cambiamento che alla fine riporta le cose allo stato in cui erano prima, e neanche cambiandone il nome. Niente da imparare. Nella terra di Tommasi di Lampedusa.

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