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Gender gap anche sulla salute? Colmiamolo. Arriva il Piano nazionale per l’applicazione e diffusione della Medicina di genere

Fornire un indirizzo coordinato e sostenibile per la diffusione della medicina di genere mediante divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie che nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal SSN in modo omogeneo sul territorio nazionale”. Sono questi gli obiettivi dichiarati del Piano nazionale per l’applicazione e la diffusione della Medicina di genere, predisposto, in ottemperanza alla Legge 3/2018, dal Ministero della Salute e dal Centro di Riferimento per la Medicina di genere dell’Istituto superiore di Sanità – in collaborazione con referenti scientifici delle Regioni e degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e con il supporto di Agenas e Aifa –  e approvato ieri pomeriggio in Conferenza Stato-Regioni. Al centro del Piano, le differenze di genere relativamente a: farmaci e dispositivi medici; malattie cardiovascolari, neurologiche, dell’osso, psichiatriche, respiratorie. autoimmuni, dermatologiche; vaccini, infezioni virali, infezioni batteriche, malattie metaboliche, oncologia e disordini dello sviluppo sessuale. A monitorare l’attuazione delle azioni di promozione, applicazione e sostegno alla Medicina di Genere previste nel Piano un Osservatorio dedicato.

Grande la soddisfazione della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), presso la quale è attiva dal 2015 un’apposita Commissione, coordinata da Teresita Mazzei, alla quale partecipano esperti della materia. Ma già da prima la Federazione è impegnata sul tema: sono stati più di venti, negli ultimi anni, i corsi residenziali di Formazione organizzati, dai vari Ordini, in giro per l’Italia. Mentre, a luglio dello scorso anno, è arrivato il corso di formazione a distanza “La Salute di genere”, aperto a tutti i medici italiani, accreditato nell’ambito dell’Educazione continua in medicina, gratuito e ancora fruibile attraverso la piattaforma Fadinmed.

Al 7 maggio scorso erano più di 14 mila i colleghi che avevano partecipato a questo percorso di formazione, uno dei più graditi in assoluto – spiega Teresita Mazzei -, segno dell’attualità e della necessità di aggiornamento su queste tematiche, così importanti ma ancora poco note. Salutiamo  dunque con piacere questo Piano per la diffusione dell’approccio di genere in medicina, che, auspichiamo, vedrà il coinvolgimento della FNOMCeO sulla formazione, come già previsto, ma anche sull’informazione e la comunicazione”.

Comprendere come il genere influisca sulla diagnosi, sulla risposta alle terapie e sulla sensibilità agli effetti collaterali, ma anche sull’incidenza delle patologie e sull’accesso alle cure è una questione di appropriatezza e di equità, che permette di realizzare appieno gli obiettivi di efficienza efficacia e universalità del nostro Servizio Sanitario nazionale – afferma il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli -. Il medico va informato e formato sulla Medicina di genere, non solo attraverso il percorso accademico ma anche nel post lauream, in particolare attraverso l’Educazione continua in medicina. Per questo come FNOMCeO proporremo alla nuova Commissione nazionale Ecm di includere tra le tematiche speciali di interesse nazionale la Medicina di genere, per implementare l’organizzazione e premiare la partecipazione a corsi sulla materia. Ma anche l’informazione è fondamentale: presto apriremo sui nostri siti delle sezioni dedicate”.

Ufficio Stampa Fnomceo

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