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Notizie dall'Ordine - n°35 2018

SU PREVIDENZA E PENSIONI L’ENPAM È L’UNICA TITOLARE
L’ORDINE NON HA COMPETENZA. IL SUO RUOLO SI FERMA AL SUPPORTO IN CASO DI DIFFICOLTÀ NELLE COMUNICAZIONI CON LA FONDAZIONE
A seguito di recenti comunicazioni Enpam agli iscritti, riguardanti aumenti e istruzioni varie in materia previdenziale, numerose telefonate sono giunte in questi giorni all’Ordine di Parma, con toni non sempre piacevoli che, pur comprendendo il disagio che certe modifiche possono comportare, potrebbero avere spiacevoli e potenziali conseguenze.
Facciamo presente ai gentili colleghi che l’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri non ha assolutamente competenza in materia, si limita a fornire informazioni e a supportare gli iscritti, come sempre, nei casi in cui vi fossero difficoltà di comunicazione con l’Ente previdenziale, ma il suo ruolo si limita a questo.
Quanto alle modifiche e alle novità in tema pensionistico o previdenziale le decisioni sono fornite dalla Fondazione e le comunicazioni sono di pertinenza Enpam e dall’Enpam giungono ai diretti interessati.
Quindi ribadiamo che l’Ordine non vi ha alcun ruolo né competenza, se non quella di supporto.
Sul nostro sito troverete le risposte ai vostri quesiti che, come vedrete, altro non sono che un rimando a delucidazioni da parte dell’Enpam, che ripetiamo è l’unica titolare in materia.



http://omceo.arternative-lab.it/2018/09/21/news-enpam-quota-b-rettifiche-e-rateizzazioni-rate/
CONTRO LE FAKE NEWS IN SANITÀ
E’ PARTITA UNA CAMPAGNA SUGLI AUTOBUS CITTADINI A PARMA

“Attenti alle bufale sul web. Non fatevi del male da soli! Parlatene sempre col medico”. E’ l’invito che campeggerà per circa un mese su 18 autobus cittadini.

L’iniziativa, pianificata a livello provinciale dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Parma e promossa a livello nazionale dalla Fnomceo, ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini contro le fake news in rete e di restituire al medico il ruolo centrale nel rapporto con il paziente rispetto al tema salute.
La campagna è letteralmente “lapidaria”: in modo secco ed efficace, mette in guardia, sotto forma di epitaffi, dai pericoli delle false cure pubblicizzate in maniera allettante anche sul web.
“Non mi hanno vaccinato per paura dell’autismo”, “Avevo acquistato sul web un farmaco miracoloso”, “Ho curato il cancro con il bicarbonato di sodio”, “Credevo fosse un vero dentista ma non lo era. Avevo un tumore alla bocca non diagnosticato”. Sono alcune delle scritte che, sovrastate da una croce, campeggiano sulle lapidi della campagna volutamente shock “Una bufala ci seppellirà?”, ideata dalla Fnomceo.
Il fenomeno del resto è preoccupante e apre il campo a una medicina fai da te quando non a imbonitori e truffatori, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini.
Secondo la Ricerca Censis Assosalute 2017 sono infatti 15 milioni gli italiani che, in caso di piccoli disturbi, cercano informazioni sul web (il 36,9% sono millennials).
Nel nostro paese ammontano a 8,8 milioni ogni anno le vittime di fake news in materia di salute, mentre sono 3,5 milioni i genitori che si sono imbattuti in indicazioni mediche sbagliate in rete. Anche perché le fonti di informazione sul web non sempre sono autorevoli: nel 17% dei casi si tratta di siti web generici sulla salute, nel 2,4% di social network e solo nel 6% si tratta di siti istituzionali.
I canali web pesano sempre di più come punto di riferimento per l’informazione in materia di salute: il medico di medicina generale è la fonte nel 53,5% dei casi, il farmacista nel 32,2%. Seguono a breve distanza i canali web (28,4%).
I dati rilevano un bisogno reale: il 69% degli italiani vorrebbe trovare sui siti web e sui social network informazioni certificate sulle piccole patologie e sui farmaci. Anche per questo motivo da tre mesi è attivo il portale Fnomceo Dottoremeveroche, che intende essere un punto di riferimento per i cittadini, offrendo informazioni certificate da un ampio comitato scientifico e smontando così le fake news che girano in rete.
La campagna appena lanciata si inserisce in questo ambito di attività, puntando a ridare un ruolo centrale al medico nella relazione con il paziente in tema di salute.
Le crescenti aggressioni ai danni dei medici sono una delle ultime conseguenze di questa complessa somma di fattori: medici visti come meri erogatori di servizi in una sanità-azienda, facile accesso all’informazione e scetticismo nei confronti del sapere certificato dagli esperti. Occorre riportare il diritto alla salute dei cittadini nelle mani di chi può tutelarlo al meglio, ossia nelle mani dei medici.
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