Stipulare in tempi brevi l’Accordo Collettivo nazionale per disciplinare il rapporto di lavoro tra l’INPS e i medici fiscali, e stabilizzare i medici convenzionati esterni che collaborano con l’Istituto, svolgendo tutti gli adempimenti medico legali in ambito assistenziale e previdenziale di competenza dei Centri medico legali. Sono i due appelli che la Fnomceo ha presentato con una lettera al Vicepresidente del Consiglio e Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio, al Ministro della Salute Giulia Grillo e a quello della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno.
La questione dei medici fiscali è aperta da tempo. Dal 1° settembre 2017 ha preso il via il Polo unico per le Visite Mediche di Controllo, che attribuisce all’INPS la competenza esclusiva ad effettuare visite fiscali, sia su richiesta dei datori di lavoro (pubblici e privati), sia d’ufficio. Questa innovazione avrebbe dovuto portare con sé, secondo quanto previsto anche dall’atto d’indirizzo del 2 agosto 2017, una completa rimodulazione della disciplina che regolamenta il rapporto tra l’Inps e i medici fiscali, tramite la stipula, che ad oggi non è avvenuta, di un Accordo Collettivo nazionale. Si perpetra così la situazione ingiusta che vede i 1200 medici fiscali Inps, dopo oltre 25 anni di attività, ancora privi di una stabilità d’incarico e di quelle tutele presenti in tutte le convenzioni del Servizio sanitario nazionale.
Da qui la richiesta della Fnomceo: “La FNOMCeO rileva – si legge nella lettera – che appare urgente la completa rimodulazione della vigente disciplina che regolamenta il rapporto dei medici fiscali, attraverso la ridefinizione, secondo criteri che ne garantiscano la stabilità, della natura giuridica del rapporto di collaborazione in essere dei medici iscritti nelle liste speciali costituite dall’INPS e specificatamente l’instaurazione di un rapporto di lavoro di tipo convenzionale con stabilità di incarico tra INPS ed i medici iscritti nelle liste speciali e con tutele pari a quelle presenti in tutte le convenzioni del SSN”.
Ancora più drammatica è la situazione dei Medici Convenzionati esterni, che collaborano cioè con l’Inps, nel contesto dei Centri medico legali, svolgendo una delicata funzione di accertamento del welfare sociale. A loro sono deputate tutte le delicate funzioni istituzionali medico legali INPS, come ad esempio gli accertamenti e la validazione dei verbali delle commissioni Asl per le pensioni di invalidità e il contenzioso giudiziario in ambito sanitario. Un esercito di circa 900 medici, assunti da circa dieci anni, con contratti libero professionali, nell’ ambito di rapporti di sostanziale collaborazione coordinata e continuativa con evidenti profili di subordinazione, per un plafond di 25 ore settimanali, con stipendi modesti (circa 17 euro all’ora netti) e con strettissimi vincoli di incompatibilità e di esclusiva. Non hanno ferie, malattia, maternità, nessuna garanzia per il futuro. Ma, analogamente ai medici della dipendenza, lavorano nei locali e nelle strutture dell’ente, sono sottoposti a marcatempo e a turni di servizio predefinito.
“Si tratta di una situazione talmente anomala – scrive ancora la Fnomceo – che, a parere della scrivente Federazione, risulta in evidente contrasto con quanto previsto dalla riforma della pubblica amministrazione e specificatamente dall’art. 5 del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75, e con gli indirizzi operativi in materia di superamento del precariato e valorizzazione dell’esperienza professionale di cui alle Circolari nn. 1/2018 e 3/2017 del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Tale tipologia contrattuale ai sensi dell’art. 22, comma 8, del sopraccitato decreto non potrà quindi essere rinnovata oltre il 31.12.2018”.
Ogni rinnovo alle attuali condizioni sarebbe inaccettabile. E rischierebbe di paralizzare, nella vacatio tra i contratti dovuta alle selezioni, l’intero sistema delle pensioni di invalidità, come già avvenuto gli anni scorsi.
“La mancata stabilizzazione dei medici convenzionati esterni comporterà gravi elementi di criticità per il regolare svolgimento delle attività istituzionali medico-legali dell’INPS, determinando disfunzioni che ricadrebbero sui cittadini – conclude la Fnomceo -. Pertanto, stante quanto suesposto, si chiede l’intervento autorevole delle SS.VV. affinché anche per i medici convenzionati esterni possa trovare applicazione un rapporto di lavoro di tipo convenzionale con tutele pari a quelle presenti in tutte le convenzioni del SSN e che permetta il miglioramento delle loro attuali condizioni contrattuali, di lavoro, di formazione e di tutela disciplinare”.
Ufficio Stampa Fnomceo