NewsPrimo Piano

Contrasti tra prescrizioni specialistiche e trattamenti proposti – Serve rispetto, collaborazione e pensare all’interesse del paziente

Gentili Colleghi,

purtroppo abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di contrasti tra prescrizioni specialistiche e trattamenti proposti al paziente, qualora effettuati in regime sia libero-professionale che istituzionale.

Lo snodo cruciale è il rapporto tra i colleghi, soprattutto nell’ambito della medicina pubblica e privata, ovvero tra medicina specialistica e medicina di famiglia.

Le norme regionali, insieme a tutte quelle cui un medico deve attenersi, si basano sul vincolo imprescindibile che ciascun medico deve avere verso la salute del paziente e gli interventi atti a salvaguardarla, al di là di ogni conflitto d’interesse o altra utilità.

Poiché il miglior interesse che bisogna inseguire è quello della persona assistita, come recita anche il Codice Deontologico, ogni possibile prescrizione fatta da altri e condivisa deve portare ciascun medico a far proprie le indicazioni dei colleghi utili a garantire una migliore o adeguata risposta clinica.

Ogni situazioni prescrittiva, infatti, si presuppone sviluppata in base a una valutazione dell’efficacia, conseguentemente in un rapporto costruttivo tra medici, credo debba essere esaminata attentamente la benificialità dell’intervento, laddove non si configurino evidenze palesemente contrastanti con i principi di efficacia.

Questa situazione invita a una rivalutazione degli aspetti collaborativi, riguardanti soprattutto le prescrizioni, siano esse diagnostiche o farmacologiche.

In caso di pareri discordanti, comunque, il paziente non può essere il tramite di suddette polemiche, perché oltre che disdicevole, questo comportamento va a scalfire i valori del medico stesso, che non devono essere mai incoerenti con i dettami deontologici e con il buon senso.

Il rapporto tra medici dev’essere diretto e improntato ai principi della solidarietà, della collaborazione e del rispetto delle competenze, tecniche, funzionali ed economiche “nonché delle correlate autonomie e responsabilità”, come recita l’art. 58 del CD.

Laddove i contrasti non si possono risolvere in quest’ambito di dovuta collaborazione e rispetto sarà l’Ordine dei medici a intermediarsi tra i colleghi.

 

Il Presidente

Condividi articolo