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Il ruolo dell’Ordine in tema di vaccinazione: lettera a tutti gli iscritti

Care colleghe e colleghi,

da qualche giorno è partita la campagna vaccinale del personale medico dipendente e convenzionato. A coloro che si sono già vaccinati, facenti parte della prima trance, va il nostro ringraziamento, con una forte sollecitazione a sottoporvisi per coloro che, inseriti nella prima fase, ancora non lo avessero fatto.

Poiché ho colto alcuni ragionamenti, che ritengo non essere coerenti con il comportamento dell’istituzione che mi onoro di presiedere né sono in linea con gli aspetti etici e deontologici dell’agire medico, mi preme rivolgermi a tutti voi per dare alcune informazioni circa quanto fatto in questo ultimo periodo e in occasione del piano vaccinale.

È doveroso informare che quest’Ordine ha inteso come primo compito salvaguardare tutti i medici e odontoiatri, anche coloro che erano stati esclusi in prima istanza dalla vaccinazione, ovvero i medici libero-professionisti e gli odontoiatri con attività professionale certa, cosi come i colleghi pensionati ancora in attività, presso studi privati o poliambulatori o case di cura o che svolgano prestazioni a contatto con pazienti, anche presso le aziende ospedaliere. Mi riferisco nello specifico a tutti i medici pensionati che hanno dato disponibilità a collaborare con le aziende in ambito vaccinale, svolgendo funzione di supporto a fronte di una carenza obiettiva di personale. A tutti loro va, per inciso, un sincero ringraziamento in quanto hanno dimostrato non solo di vivere la professione medica a tutto tondo ma anche di poter dare una mano in modo efficace in questo frangente così delicato.

In nome quindi della tutela di “tutti” i medici e odontoiatri l’Ordine ha intrapreso un’azione di stimolo presso le istituzioni facendo un appello non solo locale, ma anche regionale e nazionale, in particolare nelle persone del Presidente Bonaccini – in qualità di Governatore dell’Emilia-Romagna e di Presidente della conferenza Stato-Regioni – e del Ministro della Salute onorevole Speranza, con lettere in cui veniva richiesto di considerare in toto i medici attivi, indipendentemente che fossero dipendenti o convenzionati, in questa prima fase vaccinale, in quanto tutti esposti ad alto rischio. Cosa di cui sono stati resi partecipi i nostri consiglieri regionali. La nostra iniziativa è stata a rafforzamento di quella della Fnomceo, così da far sì che Parma sia tra le prime città italiane in cui sono state inserite, in prima istanza, le categorie suddette negli elenchi vaccinali, cioè i medici attivi nella professione anche se liberi professionisti e pensionati.

Sull’esempio di Parma anche altri Ordini si sono attivati potendo così ottenere i medesimi risultati.

Giova ricordare che la vaccinazione avviene per adesione personale per cui nell’ottica di venire incontro a agli iscritti abbiamo inteso raccogliere le domande di adesione per la vaccinazione da consegnare alle aziende. Aziende che, ricordiamo, sono le uniche a cui è dato mandato di stilare elenchi per vaccinare, non avendo l’Ordine alcun ruolo attivo. E, ancora una volta, per venire incontro a tutti i medici e odontoiatri, con un’Informativa dell’Ordine dell’8 gennaio scorso, si è richiesto a tutti coloro che avessero intenzione di inviare l’adesione di specificare se svolgano o no attività o essere portatori di patologie tali da inserirli fra le categorie a rischio, al fine di favorire a tempo debito la programmazione dei vaccinandi, secondo le disposizioni previste anche dalla Regione.

Da ciò discende la prima considerazione. L’Ordine ha cercato e sta cercando per spirito di servizio di agevolare il lavoro delle Aziende nell’acquisizione delle adesioni dei propri scritti alla campagna vaccinale. L’Ordine non ha alcuna titolarità a creare elenchi di sua iniziativa e non ha stilato graduatorie. Le uniche graduatorie esistenti sono quelle disposte dalle Aziende secondo le disposizioni ministeriali e regionali.

La seconda considerazione è di carattere etico. Abbiamo ricevuto delle osservazioni da parte di colleghi, anche non generose, alcune con aspetti discutibili al limite della considerazione di tipo strettamente deontologico, che testimoniano di un sentire etico della professione lontano da quelli che dovrebbero essere i principi ispiratori di ogni medico.

Quest’Ordine ama “Shakespeare” condividendolo con alcuni amanti della letteratura, ma della Danimarca, ove non c’è marcio, ne apprezza solo i pregi. Non si crede si debba andare su altre strade se non quelle della coerenza che, nonostante le supposte vetustà presenti, quest’Ordine esprime coi fatti.

L’impegno profuso in questi anni non può essere scalfito né da eventuali errori, che se ci sono stati sono stati fatti in buona fede, né da giudizi sferzanti che connotano chi le abbia emessi.

Sicuramente chi fa è soggetto a critiche, ma chi lavora con onestà intellettuale sa imparare dal proprio percorso e migliorarsi continuamente. Purtroppo certe osservazioni ci hanno portato a ricrederci su persone che si credevano solidali e aderenti ai principi ispiratori della professione. Si richiama quindi al rispetto del buon senso e delle norme codicistiche, in nome della collegialità e della colleganza, con un invito a un’interlocuzione diretta con il vostro presidente per quanti si siano sentiti privati delle proprie prerogative.

In conclusione di questa lunga ma necessaria lettera, quest’Ordine non può che ringraziare tutti coloro che si sono prodigati con abnegazione nella prima come nella seconda situazione pandemica, credendo nel valore della professione e in tutti coloro che, pur avendo già lasciato l’attività, si sono messi a disposizione delle istituzioni sanitarie per dire ancora una volta “ci siamo”. Ci siamo è lo stesso messaggio che questo Consiglio vuole dare a tutta la comunità medica e che, per impegno, abnegazione e sacrifici profusi, avremmo gradito riconosciuto in questi giorni da quella parmigiana.

 

il Presidente

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