Presso l’Antica Biblioteca del Monastero di San Giovanni Evangelista, con gli interventi, tra gli altri, del Vescovo, del Presidente del CNN e del Rettore dell’Università
Perché gli antichi notai di Parma, durante il giuramento di ammissione al loro Collegio, leggevano il prologo del Vangelo di Giovanni? Questa la domanda che dà inizio alla ricerca di una risposta che ha richiesto un quindicennio per essere formulata, e che è confluita ne Il giuramento dei notai e il Prologo del Vangelo di Giovanni, il libro a partire dal quale si svolgerà la tavola rotonda organizzata a Parma martedì 17 maggio, alle ore 17.30, presso l’Antica Biblioteca del Monastero di San Giovanni Evangelista (in Piazzale San Giovanni).
Curato da Antonio Caputo, notaio e membro del Consiglio Notarile insieme ad Angelo Scelzo, giornalista, scrittore e già Direttore della Sala stampa della Santa Sede fino al 2016 e Antonio Aliani, giurista e direttore di Biblioteca per 38 anni, il volume si pregia della prefazione del Cardinale Gianfranco Ravasi, teologo, biblista e Presidente del Pontificio consiglio della cultura.
Oltre agli autori, all’incontro interverranno S. E. Enrico Solmi, Vescovo di Parma, la Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato Valentina Rubertelli, il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Parma Paolo Andrei, il Presidente del Consiglio Notarile di Parma Giulio Almansi e il Notaio Michele Micheli. L’evento sarà scandito dagli intermezzi musicali dai giovani musicisti del Quartetto Eschilo.
Comporre il testo ha dunque significato intraprendere una lunga ricerca condotta sia sulle fonti documentarie – che copre oltre un millennio, dal VI al XVIII secolo, con l’attenzione alle molteplici forme di giuramento – che sulle opere degli studiosi, nonché con incontri e confronti con personalità religiose e laiche.
L’esito meno prevedibile della ricerca è stato scoprire come i versetti poetici del Prologo di Giovanni si siano rivelati profetici per il successivo sviluppo di una professione, quella del notaio, destinata, con la ‘pubblica fede’, a “incarnare”, nel mondo laico delle relazioni umane di natura giuridica, i principi di “fides” e “veritas”. Infine scoprire che oggi quei versetti giovannei esprimono anche valori laici che consentono di trasformare una mera professione in una vera “missione”.
“La redazione di questo libro – commenta Antonio Caputo – si è rivelata una vera e propria avventura alla scoperta di tanti elementi storici e attuali. Un lungo percorso fatto di incontri, confronti, vere e proprie epifanie. Un viaggio lungo i secoli, dalla radice della professione di notaio fino al suo senso attuale, fatto di una laicità che trova tuttavia un terreno comune nei valori espressi dal testo giovanneo. Noi autori siamo onorati che la nostra fatica abbia meritato l’attenzione del Cardinal Ravasi, e riteniamo che questa sia un riconoscimento non già a noi stessi, ma all’inclita ‘istituzione Notaio’.”
Per ulteriori informazioni consultare il sito internet del Consiglio Nazionale del Notariato, della Fondazione Italiana Notariato e del Consiglio Notarile di Parma.