Editoriale del presidenteEditoriali

Discorso del Presidente Muzzetto per l’inaugurazione della sede Omceo Parma del 16 giugno 2023

Autorità, Civili, Militari, Religiose,

Istituzioni e Rappresentanti dello Stato e della Regione,

Istituzioni provinciali e comunali in ambito pubblico e privato,

Istituzioni Ordinistiche,

Rappresentanze Sindacali Mediche,

Colleghe e colleghi,

grazie per la vostra presenza e per l’onore riservato all’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Parma.

Un ringraziamento particolare va doverosamente al signor Prefetto per la sua vicinanza anche in momenti passati per la stima dimostrata al nostro Ordine.

Un sentito ringraziamento va a S.E. Mons Enrico Solmi che ha benedetto la nostra Casa dei Medici di Parma, dopo 15 anni dalla precedente inaugurazione, il 7 giugno del 2008.

Un grazie per essere qui va alla Presidenza della Federazione Nazionale, rappresentata dal suo presidente dott. Filippo Anelli, oggi co-padrone di casa accompagnato dal direttivo Nazionale, nelle persone del Vicepresidente dott. Giovanni Leoni e del Segretario dott. Roberto Monaco.

Il mio saluto è esteso a tutte le autorità e a coloro coi quali si sono condivisi passaggi e le idee in ambito sanitario, con ciò inserendoli tutti, e senza volerne dimenticare alcuno, nei miei e nostri ringraziamenti, come Consiglio dell’Ordine.

Oggi è per noi un giorno importante. Inaugurando la nostra sede innovata anche nelle tecnologie, cosicché i medici di Parma si preparano alle sfide del terzo millennio.

L’Ordine dei medici, che ha ruolo e tradizione antica, si presenta degnamente come organo dello Stato nella veste di Ente sussidiario, con riconosciuto “ruolo nell’esercizio di una pubblica potestà” e quello odierno è un passaggio dell’attività che svolge in tale senso.

IL PERCHÈ DELLA  NUOVA SEDE E I RAPPORTI INTERISTITUZIONALI

Nel nostro ambito, e nella nostra realtà provinciale, si è fatto tesoro del principio di collegialità e colleganza e della volontà di lasciare una traccia nel sistema di formazione ed aggiornamento dei medici.

In sintonia con la nuova Legge istitutiva, riguardo in particolare la formazione del post-laurea e le funzioni sussidiarie, ci si è mossi per realizzare quel progetto che fin dal 2007 avevamo in mente e che, per varie ragioni, e forse per le necessità di quei tempi si era abbandonato anche per la posizioni fino ad allora esercitata dagli Ordini: ovvero di essere nelle condizioni di disporre di spazi e mezzi idonei per la formazione.

Con la L. delega n.3 del 10 gennaio 2017 si è avuto cambiamento di ruolo e di ampliate funzioni, cosicché si è operato per avere a disposizione gli spazi e le strutture tecnologiche adeguate a dare una risposta efficace all’esigenza formativa del post-laurea, come up to date e come formazione dei medici di medicina generale, la cui scuola è stata finalmente riportata a Parma.

Non è stato facile, ma siamo arrivati a finalizzare il tutto grazie al fattivo interessamento di quest’Ordine e delle Aziende Unite, lavorando a stretto contatto col dott. Antonio Balestrino, per suo ruolo e competenze e, al nostro interno, col Vicepresidente Mario Scali, avendo come obiettivo il fare e, poi, il parlare.

IL LUNGO ITER DELL’UNIFICAZIONE E LA PROGRAMMAZIONE SANITARIA

Una interlocuzione costante si è avuta in questi anni col direttore Massimo Fabi, sul percorso dell’unificazione interaziendale che oggi si vede nella fase di compimento, quale strumento di collaborazione fattiva fra Enti dello Stato vocati al miglioramento delle conoscenze tradotto in una puntuale sinergia formativo professionale.

Una unificazione che troverà sublimazione nella programmazione: attraverso i necessari interventi e le risorse non solo economiche bensì umane e professionali di sempre più elevato livello.

Programmazione peraltro già attiva al nostro interno nel lavoro sull’Emergenza Urgenza cui hanno partecipato primariamente la Neodirettrice sanitaria, a cui vanno i nostri più cari auguri, dott.sa Sandra Rossi ed il Consigliere del nostro Ordine, dott. Maurizio Leccabue.

Con ciò avendo il vezzo di aver dato una visione della cooperazione nella collaborazione interprofessionale, con un modello d’intervento rispettoso dei ruoli e delle funzioni del medico e delle altre figure professionali con miglior utilizzo delle risorse umane e economiche.

Modello dapprima non considerato opportunamente dal vertice amministrativo della Regione e poi riconosciuto virtuoso.

In tal senso uno degli aspetti di quel modello Parma che si è voluto esportare è la volontà innovativa e non preclusiva, nel rispetto delle funzioni lavorative e delle peculiarità delle professioni sanitarie.

In questo confermando il ruolo medico guidato, nel suo essere e agire, ai principi ispiratori ovvero la norma deontologica, contenuta nel Codice della professione, avendo nella dialogia lo strumento e il mezzo comunicativo efficace in un rapporto unico col paziente che, contrariamente alla politica delle regioni, oggi fin troppo influenzata da certa sociologica, è duale e non collegiale.

LA DECLINAZIONE DEI RAPPORTI NELLA FILIERA DELLA SALUTE

Ciò ha permesso di portare avanti a livello nazionale il concetto che, esistendo dei valori delle professioni agite fra loro differentemente, questi devono trovare compimento nella complementarità degli atti eseguiti sì in autonomia ma “di scala”, che non può essere declinata con indipendenza assoluta. Esercitando in un sistema di cooperazione, secondo un obiettivo comune delineato secondo ruoli e funzioni definite all’interno del progetto d’interventi, e di collaborazione, ovvero nel lavoro in comune secondo competenze e peculiarità.

Laddove siano necessari interventi continuati e continuativi, finalizzati alla salute cui tutti concorrono in modo complementare nella sicurezza ed efficacia.

Non certo dimenticando il ruolo e l’atto del medico che, seppur modificatosi nei tempi nella accresciuta tecnologia, sono costanti nell’essenza, nelle priorità e nei principi immarcescibili, tramandati da duemilacinquecento anni.

Pur sempre nel rispetto dell’autonomia professionale e dell’etica delle singole professioni.

Qualsiasi principio in deroga alla deontologia professionale, nel nome del più chiaro utilitarismo personale o di parte, suonerebbe, tuttavia, come improprio e sarebbe l’antitesi dell’essere medico e del vivere la medicina.

L’identificare una modalità di lavoro e d’interventi peculiari rispetta una visione partecipata della medicina e degli interventi in tema di salute che contribuisce a dare consistenza al modello Parma nelle sue molteplici sfaccettature nella gestione.

Tutto ciò ha espresso una metodologia frutto di riflessione sui problemi, finalizzata al miglior utilizzo delle risorse nel raggiungimento degli obiettivi.

LA FORMAZIONE UNIVERSITARIA NELLE INNOVAZIONI

Questa volontà, da un punto di vista formativo, ci ha portato in questi anni fin dal 2004, ad intessere sempre più stretti rapporti col mondo Universitario. Con l’università, con l’interlocuzione mai interrotta in questi sei anni con il Magnifico Rettore Paolo Andrei – ringraziando per il prezioso lavoro fatto, altresì fiducioso che continui col neoeletto Rettore Paolo Martelli, cui vanno i nostri auguri – si è lavorato insieme, in particolare con le presidenze dell’ex Facoltà, oggi Dipartimento, e del Corso di laurea che si sono nel tempo avvicendate, e si è percorsa la strada d’integrazione formativa in corso di Studi di medicina e chirurgia, attraverso una continua dialettica.

Fra i primi, se non proprio i primi a livello accademico nazionale, a partire proprio dal 2004 si è istituito e strutturato nel tempo l’insegnamento di Medicina di famiglia e anche di Etica e Deontologia medica – Bioetica, con inserimento nei piani di studio. E sullo stesso modello, facente parte del “modello Parma”, si sta collaborando coi presidenti degli Ordini interessati per gemmarlo nelle facoltà di Medicina a Napoli, Firenze e Roma.

Si diceva che fra le principali motivazioni della ristrutturazione della sede fosse stato l’obiettivo della formazione del post-laurea ma anche di partecipazione nel pre-laurea: con allestimento di questa sala convegni modulare da utilizzare anche per gruppi limitati di discenti e di spazi attrezzati dedicabili anche per la didattica al secondo piano, utilizzando la sala Consiliare.

L’obiettivo di riportare la sanità di Parma al livello in cui era meritatamente negli anni passati ci ha assistito, come istituzioni, nel corso di questi anni.

Come quando a Parma si veniva con piacere perché era attrattiva. E con chiari medici nominati nell’università e nei reparti ospedalieri – provenienti anche dalla mia regione e dall’Università di Sassari gemellata con Parma.

Anche per questo motivo è stato costante il rapporto col Comune di Parma e con la provincia che sono stati interlocutori fondamentali per arrivare all’esecutività dei progetti di sviluppo sanitario e per concorrere all’ottenimento delle necessarie quanto dovute risorse. Al cui impegno ancor oggi, in modo particolare, siamo chiamati fortemente tutti, come Istituzioni locali.

I VALORI MAI DOMI DELLA MEDICINA, EMBLEMA DELL’ORDINE

Esso ha in sé il germoglio della riflessione e della dialettica costruttiva, andando contro tutti coloro che in modo manicheo vedono come avversari coloro che propongono alternative: è la vexata questio fra critica e proposizione.

Nel rigore del ragionamento e nell’ambito della mediazione si è certi che la posizione in onestà intellettuale sia sempre da difendere al di fuori di situazioni che con essa hanno poco da spartire.

E il nostro Ordine sta fra questi, dimostrando che, in situazioni di necessità, tutti i suoi componenti sanno rimboccarsi le maniche ed hanno “sostanza per dire, oltreché per fare”.

 

Così come non ha esitato a schierarsi da anni a sostegno della professione, troppo spesso dimenticata dalla politica anche nazionale ed oggetto, negli ultimi anni, di violenza verbale e fisica segnale di un rispetto declinante e di una considerazione non adeguata della parte politica.

È troppo evidente la facilità con cui si siano così celermente dimenticate le belle parole espresse nel periodo pandemico ed i 379 colleghi che sono mancati pagando un così alto tributo.

Semmai ce ne fosse bisogno ricordarlo lo significammo sulle pagine del giornale, per una iniziativa locale in occasione del santo Patrono che non rese merito alla memoria di tanti medici, anche parmigiani mancati nella prim’ora, con un lungo articolo pubblicato sulla testata cittadina.

In memoria non solo dei medici parmigiani che persero la vita durante quel periodo cruciale ma anche di coloro, da questo punto di vista più fortunati, che in vario modo hanno subito gli effetti, anche gravi, del SarsCov2.

A dimostrazione di quanto la memoria sia corta e della facilità di passare dalla lode sperticata addirittura all’oblio.

ATTO E RUOLO MEDICO E RAPPORTI NON SEMPRE FACILI CON LA POLITICA

Uno dei passaggi cruciali che ci hanno visto in prima linea a livello nazionale combattere certe dimenticanze sui valori della professione medica e sulla pretesa di riconoscere ruolo e funzioni del medico lo abbiamo espresso in questi anni con ben due convegni nazionali su atto e ruolo medico e rapporti con la deontologia.

“Per opportunità” in questi anni non si è trattato il problema del ruolo e atto medico, etichettati come elementi divisivi, con la conseguenza di non vedere tutelata una professione alta aprendo un solco mortificante nel merito e nelle funzioni cui abbiamo il dovere di porre rimedio, riconquistando quella posizione dovuta ma che passa per una rivalutazione interna alla categoria.

Una categoria, una professione, che deve trovare in una rinnovata e forte deontologia, la chiave di volta della rinascita, assolutamente al di fuori di una perniciosa giuridicizzazione.

C’è molto da fare. E lo si deve fare insieme.

Di conseguenza rendendo certi gli equilibri, i ruoli e le funzioni in rapporti incentrati, non solo con le professioni sanitarie, ma all’interno del sistema intero della salute, sulla cooperazione nella collaborazione. Cooperare nella collaborazione ne diventa il mantra.

Ovvero quanto il mai dimenticato e citato Apologo di Menenio Agrippa così magistralmente ha indicato fin dall’antichità. In questo caso, Historia non Magister.

Sic stantibus rebus, il messaggio odierno è che nonostante questi passaggi, nel sistema della salute il medico rimane un interlocutore qualificato della politica, volutamente senza colori specifici, sfatando alcune immotivate credenze che gli Ordini siano associazioni, non riconoscendo l’essere un Ente dello Stato, il più antico, sicuramente in ambito sanitario, cui garantire rispetto e considerazione al di fuori di ogni coloritura politica.

Per cui per ciascun medico, che rimane tale anche al di fuori della professione, si addice il solo colore del legno di cui è fatto il bastone di Asclepio che sostiene colui o colei che agisce efficacemente contro quel male significato dalla serpe “uccisa” di cui è avvolto.

Un’allegoria, questa, che ispira deontologicamente l’operato di ogni medico anche se impegnato politicamente: tutti richiamati, come siamo, al rispetto dei principi etici della professione rispondendo dei propri atti da un punto di vista morale, anche laddove non punibili, in quanto organi dello Stato costituzionalmente garantiti.

LA RESPONSABILITÀ MEDICA

Rispetto alla legge 24/17 ed alle riserve che il tempo non ha certo fugato, la Responsabilità in ambito professionale viene meglio declinata dalle sentenze di legittimità, divenendo fonte interpretativa del diritto e, a livello, interprofessionale viene riconosciuta anche in eligendo et in vigilando, da cui la relativa indicazione di culpa.

Di fatto, confermandone la specificità in capo al medico, in modo diretto e indiretto, nel lavoro d’équipe, pur con le dovute eccezioni e al di fuori del contatto.

La declinazione delle responsabilità di diagnosi e cura lo è dal tempo di Ippocrate e, oggi, nell’era dell’Intelligenza Artificiale che, pur in evoluzione straordinariamente veloce, non potrà sostituire l’umano nei rapporti o allargarli a più persone contemporaneamente.

Con possibili equivoci di funzioni e atti, cosicché diventa attuale quanto è attribuito a Luigi Einaudi nel parlare degli organi dello Stato, “laddove troppi comandano, là vige il caos”.

E in sanità sarebbe impensabile avvenisse. Trattandosi di garanzia di un bene assoluto, che è la salute da cui consegue la vita.

LA FUNZIONE ORDINISTICA NAZIONALE

La funzione ordinistica istituzionale, in tutti questi anni, non si è limitata alla nostra provincia o alla gestione della federazione ordinistica regionale.

Come pure nelle relazioni in Convegni o Tavole rotonde in tante parti d’Italia, su temi etici e professionali. O con organizzazione di varie decine di convegni e congressi di respiro anche nazionale.

In quest’ultimo quinquennio d’intensa frequentazione, oggi Parma riveste il ruolo di presidenza della Consulta deontologica nazionale, giunta dopo collaborazioni a vario titolo all’interno delle precedenti consulte e organismi. Il compito assegnato è stato finora svolto con quel garbo – mi viene fatto notare – che per taluni suona come rigoroso, invero tipico della mia gente, che mi permetto di definire collaborazione, nell’autonomia deontologica e nella proficua partecipazione, nel rispetto di sé stessi e della propria funzione.

Sempre, tenendo conto del valore della dignità nelle scelte, nell’educazione dei rapporti e dell’onestà di pensiero che è stata la stella polare anche di questo impegno.

La Consulta, negli obiettivi si prospetta debba essere per il mondo medico quello che, in analogia, è per il Governo il Comitato Nazionale di Bioetica.

Seppur detto con molta modestia, ma con il riconoscimento del valore dei suoi componenti e della funzione “alta” dell’organismo federativo. Da cui discende la capacità di giudizio in ambito etico e bioetico e, per giunta, la motivata conferma dell’autonomia riconosciuta al medico per tradizione e per legge.

Soprattutto, in questa fase di costruzione del nuovo Codice, pur a fronte di troppo insistenti, inutili e non sempre compresi, influssi giuridici esterni.

IN CONCLUSIONE

Quanto realizzato nel nostro ambito è frutto di valori ed impegno.

Lo è per quanto oggi inauguriamo: ovvero la realizzazione di un programma maturato in questi anni su quanto si è voluto collegialmente, come Consiglio Provinciale.

Collegialmente e comunicando come vuole la deontologia applicata con la dialogia. Insieme con il Vicepresidente Mario Scali, il Segretario Massimo Manchisi, il tesoriere Michele Campari ed il Presidente dell’Albo Odontoiatri Angelo di Mola, che tutti ringrazio per l’amicizia prim’ancora che per la collaborazione, includendo tutti i consiglieri, cari compagni di viaggio. Un particolare ringraziamento va al Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti dott. Angelo Anedda, insieme al Collegio Intero.

Senza dimenticare gli uffici: dalla Capufficio signora Lisa Asti, alle signore Francesca Pelosi, Chiara Braglia, al signor Massimo Ferrarini; e tutti i consulenti, finanziario dott.ssa Alessandra Landi, l’Avv.to Roberto Amoretti, la dott.sa Roberta Zardi consulente del lavoro, l’Ing. Giovanni Bergamaschi responsabile della Sicurezza, l’avv.to Barbara Ponzi Responsabile della Privacy, e all’addetta Stampa, dott.ssa Antonella Del Gesso a cui rivolgo un sincero grazie.

Se oggi siamo qui, devo dire un grazie all’Ing Pavarani ed al suo team per la Direzione dei lavori e che si è raccordato con la ditta appaltante d’Addetta, che ha aiutato e supportato, talvolta sopportato, in questi lunghi mesi, insieme al RUP ing. Lorenzo Gherri per gli aspetti di competenza; come pure la dottoressa Francesca Ghillani Vicedirettore dell’Acer di Parma e responsabile del settore appalti per il fondamentale aiuto fornito per l’effettuazione  delle procedure di gara per l’assegnazione dei lavori; al Team di OmniMedia del dott. Ferro e alla sempre preziosa Logical solution di Roberto Galvani e, infine, un sentito grazie, ancora a Tutti Voi che quest’oggi ci avete onorato della vostra presenza.

Condividi articolo