Attività dell'ordine Nazionale

Venezia – Comunicazione e responsabilità: i fili conduttori della professione medica

La comunicazione è un filo conduttore della professione: quella che serve per instaurare un rapporto di fiducia tra il medico e il paziente, per umanizzare le cure e per garantire la dignità e i diritti previsti dalla Costituzione – come ha sottolineato il presidente della FNOMCeO Filippo Anelli – e, allargando un po’ di più lo sguardo, quella corretta, che non promette cure rapide e miracolose e che si basa sulle evidenze scientifiche. Una comunicazione che è poi legata a stretto filo con la responsabilità, attraverso ad esempio il consenso informato.
Sono questi i temi affrontati sabato scorso, 27 gennaio 2024, all’Ateneo Veneto, in centro storico a Venezia, nel convegno organizzato per l’OMCeO lagunare dal presidente e vicepresidente FNOMCeO Giovanni Leoni, nuova tappa nel percorso nazionale di riforma del Codice di Deontologia medica. Un’iniziativa di formazione – di grande successo, vista la platea piena – rivolta non solo ai medici e agli odontoiatri, ma anche ai giornalisti dell’Ordine del Veneto.

All’evento ha partecipato come relatore anche Pierantonio Muzzetto, presidente della Consulta Deontologica della FNOMCeO e dell’OMCeO Parma, che entrando più nel dettaglio sull’evoluzione della comunicazione in ambito medico con la relazione, l’ha subito associata alla fiducia e alla partecipazione attiva in termini di salute, definendola come il presupposto e lo strumento del consenso all’atto medico. «Comunicare salute – ha aggiunto – significa informare in modo chiaro e coerente: preliminare è l’ascolto che è fondamentale. Il rapporto tra medico e paziente diventa relazione attraverso la comunicazione».
Ricordando che “il tempo per la comunicazione è tempo di cura”, come definito dalla Legge 219 del 2017 (art. 1, comma 8), il relatore ha precisato come la comunicazione sia un dovere del medico «ma anche una delle norme – ha sottolineato con amarezza – più trascurate e non rispettate della legge italiana. Se, infatti, contingentiamo le prestazioni, a saltare è proprio la comunicazione».
Il presidente Muzzetto si è poi soffermato su alcuni temi:

  • l’intelligenza artificiale, per il cui governo anche i medici devono giocare un ruolo, la comunicazione digitale e l’analfabetismo digitale di alcuni pazienti;
  • la telemedicina, comunicazione a distanza, «che fa risparmiare tempo, ma deve essere una risorsa per fare meglio e non un alibi per fare meno: deve essere complementare all’atto medico non sostitutiva»;
  • il dialogo che determina la fiducia tra medico e paziente e instaura e potenzia la relazione;
  • il paziente che ormai si informa navigando sul web, ma non sempre fa scelte oculate.

«L’agire medico – ha concluso – si dovrà confrontare con un’evoluzione tecnologica sempre più importante: si passerà dal medico taumaturgo del passato al medico evoluto che sa gestire la tecnologia in modo appropriato. Talvolta è necessario cambiare passando gradualmente alle cose inconsuete: siamo pronti a governare il futuro, ma per farlo dobbiamo conoscerlo».

 

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