Attività ordine

40 studenti dell’Ulivi all’Ordine dei medici per scoprire la propria vocazione. Il Presidente Muzzetto: “Siete il nostro futuro”.

ll percorso di potenziamento-orientamento sanitario “Biologia con curvatura biomedica” è proseguito stamattina all’interno della Sala Conferenze dell’Omceo di Parma, partner insieme al Dipartimento di Medicina dell’Università cittadina di questa iniziativa nazionale, promossa grazie ad un protocollo d’Intesa tra il MIUR, Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Fnomceo, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.

La lezione del Presidente Pierantonio Muzzeto, rivolta a 40 studenti partecipanti, si è tenuta nella sede dell’Ordine di via Po. Grande partecipazione da parte dei giovani liceali dell’Ulivi, rappresentativi di svariate classi del secondo e terzo anno e ampia soddisfazione da parte della Preside del liceo Scientifico di Parma, Manuela Nardelli, presente insieme ad alcuni docenti della scuola.

Queste le parole che il Presidente ha dedicato ai giovani presenti durante la sua relazione:


Un medico deve avere due cose in mente: l’essere umano e la tecnologia. Voi siete figli della tecnologia. Noi siamo avvicinati alla tecnologia venti, trent’anni fa e, maggiormente, quattro anni fa, ma in maniera diversa da come voi vi siete avvicinati. Attenzione, che quella tecnologia che avete tra le mani è indispensabile nell’ambito dell’assistenza e della cura dei pazienti. Ma il punto centrale deve sempre restare la persona. L’aspetto tecnologico non deve mai sopravanzare quello umano.

Fondamentali sono l’Etica e la Deontologia Medica come base del saper essere. Il medico deve conoscere e avere una grande preparazione ma anche sapersi rapportare con coloro che ha davanti a sé. Fare il medico significa fare del bene, cioè, fare un servizio. Essere al servizio di chi sta male, dare una mano a chi soffre.
Ed è un binomio cruciale: chi soffre e il medico che interviene, un servizio che si dimostra di essere utile alle persone e alla società.
Se la filosofia è l’arte del pensiero, del ragionamento, la medicina è l’arte di curare. E’ un’attività di pensiero che porta e finalizza ad un’azione che è un’azione meritevole per sé, perché è un’azione che mira a mantenere, a conquistare la salute.
Quindi al medico che cosa si richiede rientrando nella valutazione della professione? Si chiedono soprattutto quattro cose: saper osservare, saper ragionare, saper decidere, saper essere etico. Il medico deve sempre tenere a mente il valore della vita, della morte, dello stare bene o dello stare male; e avere a cuore il rapporto sociale, quello che in termini medici si chiama collegialità e colleganza, cioè la possibilità di imparare e di capirsi. E questi sono gli aspetti di un comportamento etico.
L’etica è il comportamento, secondo i principi che ciascuna professione ha nel suo agire. I valori morali sono i valori condivisi che ispirano i comportamenti di ogni singola professione a cui si ispera.
Bisogna accogliere il valore del pensiero, per recuperare quelli che sono i problemi della relazione umana, per incentivare quelle che sono le capacità di ragionamento applicato e risolvere i problemi dei malati che stiamo assistendo.
Voi sarete gli artefici della sanità futura e sappiate che quella del medico è una delle professioni più belle ma anche faticosa. Chi sceglie questa strada non lo deve fare per i soldi o per il potere, bensì spinto da una forza, un’etica, che gli permetta con serietà di assumere una funzione sociale, che mira a fare del bene e non del male: è dare la garanzia della vita ai propri pazienti, garantendo e impegnandosi per la loro salute.
La Sanità Italiana è da sempre criticata ma resta la migliore a livello internazionale. Nonostante i tanti problemi, su cui non ci nascondiamo, e nonostante gli svariati aspetti da correggere rimane tale. Stiamo lavorando perché gli stanziamenti nella Sanità siano adeguati, ma stiamo anche lavorando perché i medici, e tutti coloro che fanno parte della filiera della salute, siano in grado di far sì che le risorse che noi abbiamo a disposizione, che oggi non sono tante, non vengano perciò sprecate. Occorre, quindi, utilizzare con parsimonia quello che abbiamo a disposizione e non considerarlo inutile.
Se volete fare il medico, fatelo bene, stando vicino ai vostri malati e rispettandovi l’uno con l’altro. Quello che avviene ad Harvard, laddove dove io devo dimostrare che sono più bravo di te, dicendolo di fronte al malato è un’enorme sciocchezza e non è eticamente sostenibile. Il malato, quello che ti viene affidato, ha bisogno di cure, di ascolto e di rispetto.
Ascoltare, ragionare e agire, sono i tre momenti della diagnosi e della cura , ma anche della relazione che non può certo mancare fra medico e paziente e che va curata e incentivata facendola ogni giorno germogliare, come fosse una pianta necessaria di attenzioni. Così facendo si comprende come sia necessario attivare e perseverare nel rapporto umano, nella comunicazione e nella comprensione reciproca per fare il medico e farlo bene, al di fuori di facili richiami di guadagno che non possono esser l’unico obiettivo per fare il medico, perché, se così fosse, non si comprenderebbe cosa voglia dire curare e, soprattutto, agire nel servizio verso chi abbia bisogno di cure e tutela. Ovvero di fare il medico. Da qui l’augurio che ci sia uno sguardo sempre rivolto all’etica del professare.

 

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